Quali sono le due strutture sociali che spesso incontriamo nella società e di cui consciamente o inconsciamente facciamo parte? E da che tipo di rapporto tra i suoi membri sono descritte?
Dal mio punto di vista le due forme “geometriche” di struttura che ritroviamo più spesso nella società, dalle aziende alla famiglia, passando per le relazioni amicali. sono la piramide e il cerchio.
Vedremo in questo articolo come riconoscere di che struttura facciamo parte e come collocarci al meglio all’interno di essa e soprattutto se risuona con noi.
Piramidi a gradoni e strutture di comando e gerarchia.
La piramide è una figura geometrica tridimensionale che descrive molto bene molti contesti sociali, aziende, famiglie, gruppi di pari, gruppi di svago, gruppi politici etc…. Più che di piramide classica bisognerebbe parlare di piramide a gradini o gradoni a seconda della segmentazione dei livelli, con ogni gradino che rappresenta un livello di “comando e gerarchia” e un vertice che guarda tutto dall’alto.
Ora come facciamo a capire se facciamo parte di una delle tante piramidi presenti nella società? Semplice basta osservare la struttura della circolazione e della condivisione delle informazioni. Alla fine, la totalità o realtà in cui viviamo può essere vista come informazione condivisa ma torniamo al nostro argomento, le piramidi sociali. Come viene quindi condivisa l’informazione in una piramide sociale? Viene innanzitutto compartimentizzata, ogni scalino conosce solo la parte di informazioni che gli servono per svolgere un particolare compito e “sostenere” il gradino superiore. Alla fine nemmeno il vertice della piramide ha una visione istantanea e onnicomprensiva di tutta la struttura dell’informazione ma sono quella del gradino inferiore con cui entra in contatto diretto.
Quindi in una piramide l’informazione è frammentata, parziale, specifica e orientata dal vertice o gradino superiore e assolve alla realizzazione di un compito e progetto che cala dall’alto e di cui solo il vertice o gradino superiore è pienamente cosciente, forse!
Come si gestisce in una piramide i vari livelli, quindi le varie persone? Con una struttura fatta di comandi/ordini, obiettivi legati a premi/punizioni e promozioni/retrocessioni (il classico bastone e carota) e gerarchie. Obiettivo di una piramide? Creare un valore (materiale, di prestigio, di potere) che dal vertice alla base ricade in maniera più o meno proporzionale.
La società occidentale è fondamentalmente da sempre una società fatta di piramidi con diversi nomi (cercateveli voi, questa non è una critica alle strutture sociali ma solo una descrizione), altezza, gradini, verticalità ma sempre piramidi. Secondo il mio modello le piramidi sono una struttura che risponde all’emisfero sinistro del cervello, sono una manifestazione dello spirito maschile e sono servite per conquistare più spazio e risorse e per contribuire alla nostra evoluzione da un punto di vista materialistico e razional-tecnologico. Giusto o sbagliato? A me non importa, sono solo punti di vista. Sta a noi scegliere di stare in una piramide, che ha dei vantaggi (sicurezza, ordine, benefici materiali, stabilità, etc) o no.
Come si scalano i gradini di una piramide? Semplice seguendo le regole dell’informazione: compartimentandola, capendo la direzione del flusso di informazione e cercando di sostituire qualcuno al grado superiore: il solito misto di ruffianeria, delazione, parlare di persone assenti spesso male, capacità di dare al livello superiore ciò che vuole fino a esserne riconosciuti come una parte, farsi i fatti propri mentre si fa anche quelli della piramide a scapito di quello sotto o a fianco. E così di livello in livello. Di piramide in piramide: una scelta di vita che molti di noi fanno consapevolmente o no. Tutto qui. Vivete e lavorate in una piramide? Una scelta, spero solo questa descrizione vi faccia prendere coscienza della cosa se non la avete già.
Piccolo consiglio sulle piramidi, quelli al gradino sotto il vostro spingono da sotto, quindi non state sempre a guardare ai vertici ma guardatevi anche dal basso, altrimenti qualcuno vi passerà sopra.
La vita nelle piramidi e una scalata in cui bisogna vedere dove si mettono le mani ma allo stesso tempo anche i piedi. Il pericolo è la caduta. Dal mio punto di vista è stressante e pericolosa come vita, ma è il mio punto di vista.
Il cerchio come struttura di condivisione e partecipazione.
Un cerchio è una figura bidimensionale la cui caratteristica principale è che tutti i punti sulla circonferenza hanno uguale distanza dal centro. Nella nostra società le strutture a cerchio sono rare e probabilmente non sono funzionali alla crescita e al progresso che piace tanto a noi occidentali ma sono sicuramente funzionali al progresso e alla condivisione dell’informazione e della consapevolezza. In un cerchio l’informazione viaggia da punto a punto e circola, si trasforma e viene condivisa. Tutti i membri di un cerchio guardano al centro e condividono quella che può essere descritta come una “visione” (le piramidi sono più orientate da “missioni”), e sono tutti uguali, pari e ognuno ha medesimo valore e possibilità di esprimersi.
Nota: Un famoso esempio letterario di cerchio del passato sono i cavalieri della tavola rotonda di re Artù. in epoca moderna, per gli amanti della cultura pop, la Justice League che si riunisce intorno a un tavolo a cui siedono uomini, dei e superuomini, come pari nonostante le differenze di potere o status sociale (il super potere di Batman è la ricchezza come dice Ben Affleck a Flash in Justice League).
Nella società moderna il più grande esempio di cerchio può essere visto nella rete, nel web nel periodo che secondo me va dal 1991 al 2007 (quando esce l’iphone, il primo smartphome), la golden age di internet, prima che gli smartphone portassero il web a tutti. In quella fase internet era per smanettoni, per persone che volevano condividere, internet era tutta riassunta nel Cluetrain Manifesto di cui consiglio la lettura a Marketers, Comunicatori e Venditori. La prima tesi recita così: “I mercati sono conversazioni”.
La struttura del cerchio è tutta riassunta da queste due parole: conversazione e condivisione. Se il gruppo in cui siete è fatto di condivisione di informazione, sogni, obiettivi siete in un cerchio. Io personalmente amo i cerchi, sicuramente sono strutture più lente e meno orientate alla conquista dello “spazio”, meno grandi e generano valore nel tempo ma non esclusivamente sotto forma di denaro o potere ma di empatia, condivisione, benessere e qualità della vita. I cerchi sono strutture di “empatia”, sono femminili e sono per persone che usano e leggono la realtà con l’emisfero destro del cervello. I cerchi sono strutture di consapevolezza condivisa. Sono strutture in cui il concetto di “compassione”, come provare a calarsi nel punto di vista dell’altro, predomina rispetto a scalare una piramide. In una struttura circolare non ci può essere scalata, il movimento può essere solo circolare, non si sale o scende, si gira a turno in un senso o nell’altro e a turno tutti si è tutti. Controindicazione dei cerchi? Bisogna sempre stare attenti al “pericolo” che qualcuno voglia mettersi al centro del cerchio e non spostarsi più. Se a un cerchio mettete al cento un punto e quel punto inizia ad “alzarsi” rispetto alla circonferenza si ottiene un cono, e un cono fa in fretta a diventare a gradoni, una piramide arrotondata ma sempre una piramide.
Conclusioni
Concludendo tu che leggi, in che strutture prendi posto tutti i giorni: in famiglia, al lavoro, nel gruppo dei tuoi pari? Ne sei soprattutto cosciente?
Ultimo trucco per capire se sei in presenza di una persona che ama le piramidi e o i cerchi: chi sta nelle piramidi parla spesso degli altri, spesso degli assenti (i gradini più bassi e gli scalatori) o parla solo di sé e delle sue esperienze (quelli che sono vertici o pensano di esserlo); chi sta nei cerchi parla di idee e concetti, si interroga su cosa lo circonda, è preso ad osservare, descrivere, capire e decodificare la totalità e a farne esperienza.