Tutto Parte dalla Percezione

percezione
Come inizia la nostra esperienza della totalità? Come si formano dentro di noi le rappresentazioni di quello che ci accade? Come queste rappresentazioni si trasformano in quelle che io chiamo forme pensiero?

Dal mio punto di vista, seguente ai miei numerosi studi, tutto parte dalla percezione. Come già teorizzava George Berkeley trecento anni fa “esse est percepi” (l’essere significa essere percepito), se io non percepisco una cosa non posso essere sicuro della sua esistenza, posso riflettervi, ma non sarà una mia esperienza diretta. Quindi, dal mio punto di vista, qualsiasi teoria sulla comunicazione deve partire dall’analizzare cosa un essere umano può percepire fuori di sé e poi capire come queste percezioni sono organizzate, rielaborate dentro di sé e poi condivise con gli altri o all’esterno in qualsiasi forma.

Cosa percepiamo.

Riprendiamo il primo assioma del mio Quantum Communication System:

“Ogni essere umano è un corpo o punto di attenzione che fa esperienza attraverso i sensi di materia, spazio, tempo ed energia.”

Quindi cosa sono questi sensi? I sensi sono fondamentalmente i “sensori” che ci permettono di raccogliere i dati dall’ambiente esterno. Sono 5 e 4 di essi sono racchiusi nella testa vicini al centro di elaborazione, vicino al cervello (vedremo poi come anche la distribuzione di questi sensi rispetta un ordine frattallico che coincide con la croce degli spazi di Pulver), il tatto è un senso distribuito lungo tutto il corpo con due parti più sensibili di altre, mani e labbra (sempre nella testa).

Contrariamente a quanto la maggior parte delle persone pensa noi non percepiamo tutta la banda percepibile, cioè tutte le frequenze presenti nello spettro elettromagnetico, forse non arriviamo all’1%. Di questo 1% (corrispondente a circa 11 milioni di informazioni al secondo) il nostro cervello ne processa circa 40/50 contemporaneamente e ne tiene a memoria un numero pari a 5 + o – 2. Il fenomeno prende il nome di “attenzione selettiva” ed era già stato individuato da Leibnitz.

Quindi ricollegandoci all’articolo sulla verità: come può una persona minimamente dotata di un po’ di coscienza e consapevolezza di sé parlare di verità riguardo alle sue percezioni? Eh bravi, se mi avete seguito nel ragionamento, non può! Solo le persone dogmatiche o molto ignoranti, dal mio punto di vistà, possono parlare di verità. Quelle più consapevoli e integrate dentro di sé e con il mondo parleranno di punti di vista o meglio di punti di attenzione.

Perché alla fine siamo solo punti di attenzione.

Implicazioni per la comunicazione, per la vendita e il marketing? Se non avete l’attenzione di qualcuno non esistete o meglio siete fuori della sua banda percettiva.

La banda percettiva

Ora vi “regalo” un po’ di informazioni sulla banda percettiva così potete fare un po’ i fighi quando il prossimo guru cuccuru della comunicazione vi parlerà di sistemi definitivi per comunicare (anche la stessa PNL, dal mio punto di vista fa un errore madornale a ridurre i sistemi percettivi a 3, si perde un pezzo di come percepiamo il mondo ma lo vedremo).

L’ordine con cui vi elenco i sensi ha un senso e rispecchia sia la quantità di dati che riceviamo da ciascun senso sia l’ordine prossemico con cui ci arrivano dall’esterno. 

Non potete gustare una cosa/persona se non entra nella vostra zona intima. E qui nascono una serie di implicazioni riguardo la comunicazione tra persone a livello intimo o corteggiamento che non esploreremo ora.

  • Occhio: in termini di frequenze, lo spettro visibile varia tra i 430 (rosso scuro) ed i 770 (violetto) THz.
  • Udito: la gamma delle frequenze udibili è compresa tra 20 Hz e i 20000 Hz.
  • Olfatto: per essere percepite dai nostri nasi, le sostanze chimiche devono essere lipofile, di piccole dimensioni (peso molecolare <300 Da) e volatili a minimo 7 cm dal naso.
  • Tatto: ogni centimetro quadrato di pelle possiede circa 130 recettori tattili, suddivisi in 5 tipi, che danno le seguenti sensazioni: freddo, caldo, tatto (cellule di Merkel, corpuscoli di Ruffini e corpuscoli di Meissner), variazione di pressione (corpuscoli del Pacini) e dolore.
  • Gusto: ci sono cinque gusti conosciuti che vengono rilevati dalle papille gustative: dolce, salato, acido, amaro e umami.

Conclusioni

Ricapitolando noi filtriamo dall’esterno una quarantina di informazioni al secondo e poniamo l’attenzione su cinque la volta e su queste ci formiamo una rappresentazione della realtà e di quello che ci dicono. Vi rendete conto che quando comunichiamo ci perdiamo un sacco, e non parlo delle solite menate da piennellisti da due soldi sul linguaggio del corpo, paraverbale, metaverbale e formula di Merebian. Ci perdiamo un sacco di dati grezzi, quindi quando sento uno che mi parla di verità, formule, trucchetti e magie a me passa già la voglia di parlarci. Mi verrebbe da fargli la domanda “Come fai a dirlo?” ma lascio perdere. Sarebbe bello scoprire che dietro tante certezze ci sia un grande studio ma spesso ci sono forme pensiero. Io di mio rispetto chi fa genghi genbutsu (andare alla fonte) ma spesso ormai i guru cuccuru e seguiti di groupies si formano a botte di post aforistici ricondivisi su instagram e social, corsi di qualità boh e libri di 300 pagine scritti a interlinea doppia e carattere grande. Tutto molto triste, per me, tutto molto piramidi di potere e vuote forme pensiero.

Piccola nota metodologica: quando vi dicono una cosa fate sempre genchi genbutsu (andate a verificare) o per i meno orientalisiti fate come San Tommaso, verificate sempre da voi. Vale anche per quello che dico io. Soprattutto verificate se quello che vi viene detto “risuona” con la vostra esperienza e soprattutto vi è utile. Perché poi nella vita di tutti i giorni se qualcosa non è utile non vi serve. Se la conoscenza non diventa consapevolezza come capacità di agire, non serve, per me.

Continua…..

Piccola anticipazione di un prossimo articolo: ora su questi pochi dati che ci arrivano viene fatta un’elaborazione, ma da chi? Ma dal nostro amico cervello che elabora le informazioni: le riconosce, le filtra e poi le riemette. Quindi le informazioni una volta entrateci in testa vengono lavorate tre volte. Vi rendete conto di come può essere facile equivocare il significato di una frase?  Giusto per rendere le cose più complicate il filtro con cui elaboriamo le informazioni è triplice. Il filtro è il nostro cervello e per semplificare le cose consideriamolo diviso in tre parti: emisfero destro, emisfero sinistro e corpo calloso o anima, mente e spirito. Ciascuna parte percepisce una delle variabili: tempo, energia e spazio (la materia è percepita dal corpo). Non quindi la solita descrizione delle informazioni come VAK, di stampo piennellistico, che secondo me, descrive solo la riemmissione dell’informazione senza considerare cosa si percepisce, i filtri e la rielaborazione e si perde un bel pezzo della storia, come tutta la PNL, ma lo vedremo.

Quindi una persona ascolta una frase la rielabora dando precedenza a un filtro e poi la riemette, ma come? Come ne è capace e considerando che la maggior parte delle persone si esprime con un range di vocaboli compreso tra le 500 e le 1000 parole ecco spiegato perché comunicare con l’altro è difficile. Sartre diceva che “l’altro è l’inferno” e io spesso non ho saputo che dargli ragione. Quando per me sono cambiate le cose? Con tanto lavoro e quando dopo anni dietro a “dottrine incomplete” ho letto Bohm, Pribram e altri autori e ho scoperto il concetto di ordine implicato, di ordine esplicato e i frattali che compongono la totalità, ho scoperto il “dietro le quinte del mondo”. Volete sapere qua è il “primo frattale”? Che filtriamo le nostre percezioni come anima, mente e spirito o facciamo esperienza sempre di spazio, tempo ed energia. Ve lo ho già regalato. (trovate già un po’ di materiale nei miei video dello scorso anno sul canale youtube di MindCo, ma lì il mio sistema era ancora acerbo). Ciao e alla prossima.