Professionista, Consulente e Carrier

professionista,consulente e carrier

Il Bisogno di Delegare nella Società Moderna

Viviamo in un mondo in cui la complessità ormai rappresenta un dato di fatto e in cui la complessità di un esistere funzionale nella società occidentale sta diventando sempre più ingestibile con le risorse del singolo. Ogni giorno dobbiamo “funzionare” come individui al lavoro, in famiglia con gli amici; il nostro fisico, la nostra mente, gli oggetti che ci servono per vivere devono funzionare in fretta e rispondere alle nostre esigenze. In un’azienda tutto deve essere ottimizzato e funzionale al risultato che ogni azienda o persona si prefigge: la maggior crescita possibile con il minor spreco di energie. In un mondo complesso e veloce come quello odierno nessuno può più pensare di fare tutto da sé ma emerge l’esigenza di delegare e di essere capaci di scegliere la persona giusta a cui delegare. Che si tratti di un aspetto personale dell’esistenza o di una funzione aziendale come scegliere a chi affidarsi? Bisogna affidarsi a un professionista o a un consulente? E come capire chi lo è realmente? Questo è l’argomento di questo articolo.

Chi è un Professionista?

Oggi molte persone amano definirsi “professionisti”. Ma per rimanere fedeli al nostro metodo chi è un professionista dal punto di vista etimologico?

L’etimologia della parola professionista deriva da “professare” cioè essere fedele a degli statuti o regolamenti di una attività, che un tempo poteva anche essere artigianale od artistica.

Il libero professionista non ha un datore di lavoro fisso e può rientrare in due categorie: una regolamentata da ordini o collegi, oppure una seconda ai sensi della legge 4/13 del 26 gennaio 2013 regolamentata da associazioni di categoria professionale.

I professionisti, pertanto, sono quelli che sono iscritti a un ordine professionale o ad un’associazione di categoria che determina quali sono le “caratteristiche” e il modus operandi della professione svolta. In Italia, per esempio, abbiamo l’ordine dei medici, degli avvocati, dei notai, degli psicologi, dei commercialisti e molti altri. Quindi tutte quelle persone che in teoria si definiscono professionisti ma che non appartengono a un ordine professionale o ad un’associazione di categoria, dal mio punto di vista, commettono una scorrettezza definendosi professionisti.

Se una persona non appartiene a un ordine professionale non puoi definirsi un professionista. Poi ognuno è libero di chiamarsi e di definirsi come vuole. Ma come facciamo a misurare l’attività di tutte quelle pseudo professioni che non sono regolate da nessun codice deontologico? Dove possiamo trovare una check list per definire cosa è fatto bene o cosa è fatto male? Spesso non possiamo e quindi una persona che si definisce professionista ma non appartiene a un ordine professionale o ad un’associazione di categoria non può, dal mio punto di vista, definirsi professionista. Cosa è allora? Dal mio punto di vista è al massimo un consulente.

Chi è un Consulente?

Se andiamo a cercare l’etimologia della parola consulente troviamo, tra le tante, la seguente definizione:

“Consulente agg. e s. m. e f. [dal lat. consŭlens -entis, part. pres. di consulĕre «deliberare, consultare»]. – 1.agg. Che dà pareri: medico, avvocato consulente. 2. s. m. e f. Professionista a cui si ricorre per avere consiglio o chiarimenti su materia inerente alla sua professione.”

Il consulente è una persona o un professionista (se rientra nella definizione di professionista) che dà dei consigli sulla base della sua esperienza riguardo a una materia di cui è esperto.

Facciamo l’esempio di un consulente che non è un professionista. Pensiamo a un consulente di vendita che sulla base della sua esperienza, delle nozioni in suo possesso aiuta i venditori di una rete vendita a migliorare le loro performances di vendita. Da un punto di vista formale quella persona non è un professionista sebbene possa esercitare al meglio la sua attività. Come detto prima la grande differenza tra un professionista e un consulente è che il primo “risponde” a un ordine o un’associazione in caso di pessimo operato, un consulente risponde solo di sé in base alla sua esperienza.

Quindi tutti i professionisti possono essere anche consulenti ma non tutti i consulenti possono anche essere professionisti.

Questa secondo me è una cosa da tenere presente nel momento in cui come titolare di azienda, come persona, valutiamo un fornitore. Se ci troviamo davanti a un qualcuno che si definisce professionista ma che non ci ispira la prima domanda da fargli, prima di cercare di valutarne le capacità specifiche, è:

“A quale ordine o a quale associazione di categoria sei iscritto? Dove posso trovare maggiori informazioni su quello che fai/fate?”.

La risposta vi chiarirà sicuramente molto sulla vera o presunta “professionalità” della persona che avete davanti. Se vi risponde che non lo sa invitatelo a definirsi al massimo consulente sulla base della sua esperienza in materia.

Il Portatore di Consapevolezza o “Carrier”.

Ora veniamo a quello che secondo me è la terza figura professionale che amplia lo spettro professionale oltre quella di professionista e consulente: il portatore di consapevolezza o “carrier” (in italiano vettore).

Se il consulente parla sulla base della sua esperienza in una materia, se il professionista si muove sulla base della sua esperienza all’interno di quello che è il suo codice professionale o lo statuto del suo ordine c’è dal mio punto di vista un terzo livello” a cui si può svolgere la propria attività. Questo è il livello proprio del divulgatore o portatore di consapevolezza, in inglese “carrier of awareness” nel senso di vettore fisico di consapevolezza. Un carrier o portatore di consapevolezza è quella persona che sulla base della sua esperienza cerca un “ordine implicato” all’interno della struttura della sua materia, del suo modo di operare, di una situazione, della sua esperienza.

Un carrier è colui che cerca di trovare nella sua esperienza delle regole per aiutare le persone a crearsi un proprio sistema di regole, una propria visione del mondo o di una materia e a muoversi e a operare nel mondo attraverso questi strumenti.

Un carrier ti aiuta a migliorare attraverso i tuoi strumenti le tue performance e a muoverti all’interno di una situazione in modo agile e funzionale alla tua maniera. Una persona a cui affidarsi deve essere, dal mio punto di vista, non solo un professionista o un consulente ma anche una persona che aumenta la consapevolezza delle persone con cui viene in contatto ogni giorno. Una persona che lavora deve portare ricchezza non solo materiale ma anche esperienziale e di consapevolezza a chi entra in contatto con lui.

La pragmatica del linguaggio ci porta spesso a confondere una persona che si occupa di una cosa e lo fa con passione da tanti anni con un professionista anche se teoricamente non lo è ed è al massimo un consulente. Allo stesso modo si confonde un portatore di consapevolezza con un insegnante mentre un portatore di consapevolezza non insegna come prima cosa ma fa e fa con amore per quello che fa e per gli altri. Spero che questo articolo vi aiuterà in futuro nella scelta delle persone a cui affidarvi in una particolare situazione e riconoscere se vi trovate davanti a un professionista, un consulente o un portatore di consapevolezza; soprattutto se siete davanti a una persona che ci mette cuore, mente e cervello nella sua attività (sempre il frattale di spazio, tempo ed energia che torna). Intanto vi rimando al prossimo articolo, vi mando un abbraccio e vi invito a leggere, studiare, fare esperienza e acquisire consapevolezza di ciò che amate e fate.