Congedo Dal Cammino.
E la mano si ferma, il pensiero che ho dentro si spegne, nella mia mente resta il vuoto, tutto quello a cui finora il mio cammino mi ha portato è scritto nei 200 pensieri che ogni evento e incontro della mia vita mi ha nel cuore inciso e vergato, rendendo ogni secondo indimenticato. La mia strada sul mio cammino del cambiamento ora certamente proseguirà, ma se dalla mia anima ora il mio corpo fosse abbandonato, per il mio pensiero in questi fogli celato vorrei essere ricordato e amato, poiché in essi ciò che in me di buono c’è stato in questo tempo vi è stampato e gridato a gran voce, mentre, il mio essere pieno di difetti a chi non ha avuto la sfortuna di incontrarmi è gentilmente risparmiato.
Alla fine tutta la mia riflessione si può condensare nell’affermare che non si deve risiedere nell’anonimato, ritratti in se stessi, ma fuori da sé per vivere e nel ricordo sopravvivere nell’altro; che bisogna cercare di divenire simili alla persona che nel percorso di questi pensieri è tratteggiata, essere o persona umana, forse mai nell’esistenza di nessuno reale, solo ideale, ma a cui ognuno, comunque, dovrebbe cercare di tendere, per trasformarsi in lui stabilmente e non per brevi momenti o solo per certi tratti di essa qui delineati. Quando questo fossi riuscito ad insegnare ad una persona sola almeno, forse a renderla meno scompagnata ed a sentirsi in me forse in parte rispecchiata, consolata nell’affanno dell’esistenza, il mio scopo all’inizio prefisso sentirei d’aver in pieno centrato, poiché questo testo non è soluzione o risposta a niente, rimedio a nessun del cuore o spirito malanno, ma solo ritrovo e consolazione per ogni esistente dagli eventi della propria vita affranto. Questo è il mio modo per sentirmi meno solo e perso sapendo che la mia meditazione da uno o mille un giorno sia stata o sarà possibilmente letta, per essere almeno per una volta un uno in un qualche tempo, e non sempre un anonimo nessuno nel mai per l’altro che viva al mondo fra la gente come me; un qualcuno che almeno provò a voler essere uomo della e nella vita per qualcun altro, all’interno della a volte troppo disumana umanità, raccontando questi suoi strani pensieri, questi frammenti del suo essere per i primi 25 anni della sua esistenza, che osa probabilmente impropriamente definire il romanzo della sua interiorità, se questo termine “romanzo” gli viene concesso e compreso, altrimenti solo un suo semplice esame, una sua ricognizione.