Il Maestro e l’Amico – Parte 2

il maestro e l'amico parte 2

26.

L’esercizio e l’apprendimento da parte dell’allievo di un qualsiasi contenuto appreso dal proprio maestro sul suo cammino sulla strada del cambiamento conseguente l’esperienza esistenziale, oltre che comportare la personale fatica e l’individuale sacrificio, mai ad un altro demandabile, non implica la precisa imitazione del modello: che l’allievo ricalchi la maniera e ripercorra tutti i passi e gli errori con cui il maestro lo ha imparato. L’aspetto realmente importante nella comprensione e nella personale sperimentazione di un contenuto esistenziale sta nella capacità di riuscire a coglierne l’essenza, la lezione sottesa alla cui comprensione si può giungere, che ognuno può elaborare in modo suo, diverso sia qualitativamente che quantitativamente da quello di un altro. Alla fine ad un vero maestro importerà solo la piena padronanza e assimilazione dell’insegnamento trasmesso all’allievo da parte di questo. L’allievo sarà poi capace di renderlo a sua volta da lui ad un altro nuovamente comunicabile, mai un qualcosa di perso con la fine di un’esistenza. Mai un’eredità abbandonata all’oblio ma un bene che sarà tramandato di persona in persona, il più a lungo e a più soggetti possibile nel tempo.

27.

Un vero maestro non temerà mai che il proprio allievo lo superi, che la sua interiorità divenga capace di scrutare i più recessi angoli dell’esistenza, di accedervi quando ad esso non sia stato possibile farlo. Un vero maestro brama che l’allievo giunga là dove egli non è giunto prima e forse mai giungerà. Solo così il contenuto, la sua personale esperienza di vita che voleva con l’insegnamento trasmettere al suo discepolo, oltre a divenire un qualcosa di appreso e completamente capito, sarà dall’allievo allargabile e superabile nei suoi confini, divenendo una lezione immortale. L’affiancamento e il superamento del maestro da parte dell’allievo è l’unica vera maniera in cui il cammino sulla strada del cambiamento di esso, con l’annessa esperienza interiore del suo percorrerlo, può confluire e proseguire nella persona a cui si è scelto di trasmetterlo, senza che con la propria fine tutto vada perso.

28.

Il solo superamento del maestro, il divenire da parte dell’allievo più abile nel padroneggiare il contenuto dell’esperienza acquisita e a sé trasmessa, non è la condizione sufficiente e necessaria a permettere la continuità e la comprensione dell’esperienza esistenziale tutta di esso. Per il maestro il suo superamento non basta per generare il confluire del suo cammino sulla strada del cambiamento, la continuazione del suo percorso, nel discepolo. Senza che vi sia anche l’affiancamento e il confronto, il dialogo fra i reciproci percorsi di allievo e maestro, il loro farsi come uno sarà impossibile. Se in un rapporto tra allievo e maestro vi sarà solo un superamento dell’abilità esteriore, convenzionale, cioè di una semplice procedura, da parte del primo rispetto al secondo, senza anche la trasmissione di un’eredità soprattutto interiore, si avrà solo la trasmissione di una forma senza contenuto, un fallimento che coinvolgerà in eguale maniera discepolo e discente.

29.

La sola trasmissione e la passiva ricezione, privata di una propria rielaborazione e meditazione, della forma senza il contenuto dell’esperienza personale del maestro da parte dell’allievo, porterà sempre, oltre che alla nascita di equivoci sul suo reale e rilevante valore, sulla vera lezione, sui dettagli in essa nascosti e da dischiudere, anche e soprattutto al possibile fraintendimento del suo generale significato. La mancata sintonia, intesa, su ciò che il maestro cerca di comunicare ed insegnare al discepolo svuoterà del suo vero significato l’esperienza personale acquisita dal primo sul proprio cammino sulla strada del cambiamento e vanificherà il sacrificio e la fatica provate dal secondo per apprenderlo; priverà soprattutto il discepolo della continuità e della sovrapposizione dei rispettivi cammini, acquisibile solo con l’affiancamento dei rispettivi percorsi.

30.

Se tra discepolo ed insegnante la comunicazione all’interno del rapporto sarà priva di qualsiasi fraintendimento sui contenuti degli insegnamenti, delle personali e rispettive esperienze esistenziali messe a confronto, vi sarà cioè un concreto dialogare, solo allora vi potrà essere l’affiancamento dei rispettivi cammini sulla strada del cambiamento, quindi la reale trasmissione di un contenuto. L’affiancamento, unico garante della confluenza e della continuità di due cammini sulla strada del cambiamento l’uno nell’altro, si raggiunge tra allievo e maestro esclusivamente attraverso la reciproca apertura dell’intima interiorità, senza che qualcosa di essa venga velato, lasciato inespresso a vicenda. Tanto più in un rapporto tra allievo e maestro la profonda interiorità sarà celata e magari macchiata da invidie e gelosie per le rispettive capacità, tanto più sarà difficile raggiungere la condizione di affiancamento, forse definirsi addirittura docente e studente.