Holistic Experience Design – La Progettazione Delle Esperienze Quotidiane

Oggi parliamo di design inteso come progettazione di un’esperienza guidata da tre direttrici: estetetica, funzionale e di usabilità (il solito frattale di spazio, tempo ed energia). L’uso della parola design si diffonde nella progettazione industriale e designa la progettazione di oggetti che abbiamo determinati requisiti tecnici, funzionali ed economici. In questo articolo voglio parlare di design inteso come progettazione da parte di uno o più soggetti umani di un’esperienza. Esperienza che può andare dal semplice prendersi un caffè assieme a progettare un oggetto o un sito web.

Il punto di partenza del discorso per me è che tutto quello che ci circonda e facciamo nasce dal design dell’esperienza come progettazione consapevole o no dell’esperienza. Fondamentalmente quando stiamo bene con qualcuno, in un contesto di svago o lavorativo, noi siamo fruitori di “buon design esperienziale”. Anche quando stiamo male o viviamo male un’esperienza stiamo sperimentando un design che però non rispetta degli standard ottimali a livello tecnico, funzionale o di usabilità.

Come Facciamo a Dire che Siamo in Presenza di Buon Design?

Partiamo da un semplice esempio di buon design estetico, funzionale e di usabilità riconoscibile da tutti: un iPhone. Alla nascita del mercato della telefonia mobile l’iPhone, soprattutto dal modello 3GS in poi, può essere citato come un esempio di buon design. L’oggetto si presentava come un qualcosa di esteticamente gradevole sia dal punto di vista visivo che tattile (componente estetica), con un sistema operativo facile da usare e intuitivo (componente usabilità) e faceva quello per cui era stato progettato molto bene (componente funzionalità) cioè fare chiamate vocali, mandare messaggi, navigare su internet, fare foto e condividerle. Fondamentalmente usare un iPhone rispetto a un modello basato su Android o Windows Phone ci faceva stare bene, non ci sentivamo inadeguati o incapaci di fare delle cose.

Una buona esperienza di design è un qualcosa che ci fa stare bene e non ci fa sentire fuori posto o stupidi e incompetenti.

Un’esperienza ben progettata dal punto di vista del design è qualcosa che non crea barriere tra l’utente e l’esperienza che sta vivendo. Un oggetto che “trasuda” buon design è facile da usare, fa quello per cui lo abbiamo comprato, è bello da vedere e non ci fa sentire a disagio. (A tutti quelli che vogliono iniziare ad avvicinarsi al concetto di design come progettazione di un’esperienza consiglio i libri di Donald Norman e John Maeda). Molto spesso un’esperienza figlia di un buon design è un’esperienza semplice che ci fa vivere poche cose ma in maniera memorabile.

Come Progettare Un’esperienza Di Design Che Fa Stare Bene

Una volta definito che un’esperienza di design è ottimale quando ci fa stare bene, come si fa a creare questo tipo di esperienze? Facciamo un passo indietro e torniamo a uno dei miei precedenti articoli sui livelli logici di Robert Dilts. Ne avevamo identificati sette: ambiente, comportamenti, capacità, convinzioni, valori, mission e vision e li avevamo definiti all’interno del Quantum Communication System come SOE (Strutture di Organizzazione dell’Esperienza). Ecco per progettare un’esperienza di design che ci fa stare bene bisogna prendere tutte le SOE e allinearle rispetto all’esperienza che si vuol far vivere alle persone.

Facciamo un esempio. Come progettare una riunione di lavoro per parlare di un argomento a cui teniamo molto con i propri capi o dipendenti. Partiamo dalla variabile ambiente. Immaginate che la riunione sia d’ estate e la vostra sala riunioni è esposta al sole pomeridiano. Avere un impianto di aria condizionata funzionante sarà un requisito fondamentale per godere insieme di del buon tempo si o no? Avere delle tende che non tolgono troppa luce ma proteggono dal sole sarà importante? (variabile ambiente) Essere puntuali e iniziare la riunione presentando una scaletta di cosa tratterà sarà importante? (variabile comportamenti) Essersi preparati su cosa dire servirà? (variabile capacità). Essere convinti di quello che si dice e parlare in maniera sciolta e sicura renderà la riunione gradevole? (variabile convinzioni) Manifestare il proprio punto di vista e ascoltare quello altrui la renderà una riunione piacevole per tutti al contrario di una “predica dal pulpito”? (variabile valori). Mi fermo qui perché dal mio punto di vista già rispettare e allineare le prime cinque SOE allo scopo dell’esperienza è sufficiente. Se riuscite ad allineare anche missione e visione creerete delle esperienze uniche e memorabili. Avrete fatto Holistic Experience Design: avrete progettato un’esperienza che nella totalità fa stare bene e aumenta i livelli di coscienza, conoscenza e consapevolezza delle persone che la vivono.

Cos’è L’holistic Experience Design?

Olistico deriva dal greco “olos”, che indica la totalità, la globalità di qualcosa, in particolare dell’essere umano. Fare Holistic Experience Design significa fare un’esperienza che coinvolga la totalità dell’essere umano visto come corpo che fa esperienza di spazio, tempo ed energia. Per progettare un’esperienza olistica bisogna considerare che noi facciamo esperienza della realtà attraverso i cinque sensi. Quindi una buona esperienza di design deve risultare gradevole per tutti e cinque i sensi. Fare un evento in una bellissima location dal punto di vista visivo ma vicino a fonti di rumore o odori molesti non la renderà olistica. Dal punto di vista di spazio, tempo ed energia prendendo ad esempio un ristorante, gustare dell’ottimo cibo in un locale molto affollato servito dopo una lunga attesa in un’atmosfera in cui si fa fatica a comunicare perché c’è la musica alta, ridurrà la forza del ricordo legato al gusto del cibo e magari non ci farà ritornare in quel ristorante.

Alla fine, la penna con cui scriviamo nella nostra memoria se un’esperienza è stata bella o no sono le emozioni e i sentimenti che proviamo durante quell’esperienza.

Ed essendo esseri umani che fondamentalmente inseguono il piacere e fuggono dal dolore tenderemo a non rifare esperienze che non ci fanno stare bene (questo almeno che non intervengano altri tipi di schemi di gestione dell’esperienza ma ci addentriamo in territori e contesti disfunzionali di cui si occupano i professionisti della psicologia). Per farla breve prima di progettare un’esperienza fatevi domande su come quella persona percepirà quell’esperienza in base alle 7 soe, ai 5 sensi e alle 3 variabili di spazio, tempo ed energia. Con questo piccolo schema progetterete in fretta delle magnifiche esperienze olistiche che siano riunioni, appuntamenti con amici o galanti, eventi, locali, lettere, siti web o oggetti. Queste dal mio punto di vista sono le regole per fare HED cioè Holistic Experience Design. Io in MindCo mi sforzo di farlo ogni giorno con i collaboratori, i clienti, con le persone che incontro e con il lavoro che faccio. Provateci, esercitatevi a usare il frame che vi ho dato e vedete cosa succede e regalate bei momenti alle persone che incontrate. Ciao e alla prossima.